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giovedì 7 settembre 2017

L'INTRECCIO MAFIA E POLITICA NELLA PALERMO DIVENTATA "PALM CITY"

Storia dimenticata di un libello satirico della Federazione Comunista di Palermo che nel 1964 fece nomi e cognomi  dei protagonisti del sacco edilizio cittadino


Il libello edito dalla Federazione Comunista di Palermo
alla vigilia delle elezioni amministrative del 1964.
Il finto "giallo" della Mondadori ambientava a "Palm City"
le attività affaristico-mafiose portate avanti
da leader della DC, imprenditori e boss locali
"Accidenti che giornata, ragazzi!
Sembrava che tutto fosse calmo, che non dovesse succedere niente in questa dannata città in cui i gangsters portano il colletto duro, vanno alle processioni con la candela in mano e invece di stare in galera amministrano la città!
L'orologio della torre di Palm City, una grossa città nel Sud dell'Unione, batteva sonnolento quattro tocchi..."

Con questo attacco che fece il verso ad un giallista americano di serie B, nell'autunno del 1964 circolarono a Palermo poche centinaia di copie di un libello la cui copertina copiava fedelmente la veste grafica dei "Gialli Mondadori".
La pubblicazione fu diffusa dalla Federazione Comunista cittadina, che titolò le ventidue pagine "La banda di Palm City"; e benché Palm City sia una vera cittadina della Florida, trama e personaggi della storia alludevano chiaramente alle vicende della cronaca palermitana, nel suo intreccio di interessi fra politica democristiana e mafia.
Il "pamphlet" - scritto con humor satirico e divertimento da Napoleone Colajanni, Bruno Carbone e Giorgio Frasca Polara - raccontava la storia di una città appena stravolta dalla strage di Ciaculli e dall'assedio della speculazione edilizia, in cui

"i palazzi, affastellati l'uno sull'altro, davano la sensazione di una giungla di cemento armato che stava stritolando quei pochissimi pennacchi di verde che spuntavano qua e là"


Presentazione del Piano Regolatore di Palermo.
Si riconoscono il sindaco Lima,
il sottosegretario ai LL.PP Pecoraro
ed il dirigente comunale Nicoletti.
L'immagine è tratta dalla rivista "Siciliamondo"
del febbraio del 1960
A Palm City, la trama degli eventi si muove tra "Sioux-Liberty" - il quartiere Libertà - il monte "Pilgrim" e le colline di "Ciack Collins", ovvero la borgata di Ciaculli.
La città è controllata dall'"Associated Boss" e governata dalla banda "Mac Lime Incorporated", ovvero da Salvo Lima e da altri notabili democristiani dell'epoca.
Gli autori del libello si divertirono con il gioco delle assonanze linguistiche o della trasformazione in lingua inglese dei nomi italiani.
Così, ad esempio, Nino Gullotti diventa "Mac Gullock", Calogero Volpe "Fox", il cardinale Ernesto Ruffini "pastore Raff", Paolo Bevilacqua "Drink Water", Rocco Gullo "Rocky Guld", Giuseppe Brandaleone "Brandy Lion"Giovanni Gioia "Senatore Gioy".
Vito Ciancimino, invece, prenderà il nome di "Ciang Cai Min"; l'imprenditore edile Francesco Vassallo - uomo nelle mani dello stesso "Ciang Cai Min" e di "Mac Lime" - diventa "Waxwall".
Dietro questo saldo gruppo di potere politico-mafioso la "Palm City" palermitana è la città in cui le imprese di Arturo Cassina - soprannominato "Mister Feluca" -  monopolizzano il servizio di manutenzione delle strade e delle fogne cittadine, con i risultati disastrosi raccontati in prima persona da un cronista-narrante:

"Per poco non mi rompo l'osso del collo, urtando il secchio dell'immondizia che troneggia accanto alla porta della brunetta del terzo piano.
Anche oggi l'immondizia rimane ad imputridire per la città!
Improvvisamente una 'pantera' comincia a sbandare come un vecchio ubriacone, sale sul marciapiede e si va a fermare con cofano contro un'enorme montagna di rifiuti.
'Figlio di un cane', urla il tenente Tombstone, uscendo tutto ammaccato dalla 'pantera', 'si fotte più di due miliardi di cucuzze l'anno e queste strade sembrano terremotate.
Guarda un po' che buche lascia per la strada, quella fossa poteva rendere orfani i miei bambini!"


Vito Ciancimino.
Gli autori di "La banda di Palm City"
gli diedero il nome di "Ciang Cai Min".
La fotografia è tratta dall'archivio di ReportageSicilia

Nella breve introduzione a "La banda di Palm City", gli autori scrissero questa avvertenza:

"Gli avvenimenti, i personaggi, le situazioni di questa storia sono il frutto della fantasia fervida di un cronista di Palm City.
Non hanno perciò nessun riferimento ad avvenimenti, personaggi, situazioni reali.
Se tuttavia qualcuno mostrasse di riconoscersi ciò non può riguardarci, è affar suo.
Vuol dire che ha la coda di paglia, e la paglia, tutti lo sanno, è un materiale assai infiammabile che potrebbe prendere fuoco il 22 novembre"

In quella data dell'anno 1964, erano state fissate le elezioni amministrative che nelle aspettative della Federazione Comunista di Palermo avrebbero dovuto far segnare la sconfitta della DC.
I palermitani invece si dimostrarono poco sensibili all'ironica denuncia sull'andazzo della vita cittadina.
La corrente fanfaniana guidata da Lima - dopo le dimissioni dalla guida di Palazzo delle Aquile del futuro eurodeputato, poi ucciso nel 1992 dalla mafia - piazzò al Comune il suo candidato Paolo Bevilacqua ( il "Drink Water" del libello ).


Palermo nel Piano Regolatore
presentato dalla giunta guidata da Lima.
Fotografia tratta da "Siciliamondo", opera citata
Lo scudocrociato ottenne 125.977 voti ( il 44,3 per cento del totale ), mentre il PCI - con 37.044 preferenze - crollò al 13 per cento.
Oggi "La banda di Palm City" rimane un esempio quasi dimenticato di satira politica palermitana e di tempi in cui un gruppo di giornalisti decise ironicamente di mettere nero su bianco i nomi dei burattinai della politica cittadina.
Al collega Mario Azzolini va il ringraziamento per avere permesso a ReportageSicilia di rievocare la vicenda di questa pubblicazione oggi rarissima, recuperandola alla memoria virtuale della rete. 


  
   

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