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venerdì 22 aprile 2016

LA PESATURA DELL'UVA A BALESTRATE

Una fotografia di M.Bernard Aury
scattata a Balestrate e pubblicata nel saggio
"La Sicile" di Pierre Sébilleau,
edito in Svizzera da Editions Arthaud nel 1966
 
Recandosi da Palermo a Segesta a metà degli anni Sessanta, il saggista e diplomatico Pierre Sébilleau  ( "La Sicile", Editions Arthaud, Grenoble, 1966definì il golfo di Castellammare come "uno dei più bei paesaggi di mare e di montagna che vi siano nel Mediterraneo".
A tale elogio, seguì quindi l'ammissione che la strada costiera, pure vicina "ad un mare tanto splendente da dare un'impressione di infinita ricchezza, attraversa qualche sobborgo sporco, all'uscire da Palermo e, più lontano, miseri villaggi di pescatori sul golfo di Castellammare".
Ora, non sappiamo se anche il paese di Balestrate sia allora apparso a Sébilleau come un luogo di povertà e sporcizia; di certo, c'è però che il fotografo M.Bernard Aury - autore delle fotografie pubblicate in "La Sicile" - fissò a Balestrate l'immagine ora riproposta da ReportageSicilia.
 
 
La fotografia riporta la didascalia "Balestrate. Pesatura dell'uva", e volle forse rendere onore allo storico legame fra il territorio locale e la viticoltura.
I vigneti di Balestrate hanno infatti alimentato per decenni la produzione del "Marsala"; qui, tra il 1835 ed il 1840, sorsero gli stabilimenti enologici dei Woodhouse, degli Ingham e dei Florio.
Le uve di Balestrate - e fra queste, quella a bacca rossa denominata "perricone" - venivano pigiate ed i mosti conservati in botti di legno poi inviate a Marsala.
L'immagine di M.Bernard Aury ci ricorda quella lontana stagione di ricchezza enologica, oggi ereditata da molti produttori di vino sparsi fra le province di PalermoTrapani.    

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