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giovedì 24 marzo 2016

L'INCOMPRENSIBILE DEVASTAZIONE DEL PONTE DI SCILLATO

Immagini dello scempio di una delle più note opere architettoniche della Targa Florio e riflessioni sulla morale siciliana in un articolo del 1908 di Raffaele Perrone


La triste sorte del ponte di Scillato,
costruito fra il 1927 ed il 1928 e teatro anche
delle storiche edizioni della Targa Florio.
Il degrado dell'opera si lega ai lavori di ricostruzione
del viadotto Himera, lungo l'autostrada Palermo-Catania.
Le fotografie del post sono di ReportageSicilia


Il disastrato stato di molti tratti di strade siciliane è ben noto agli automobilisti che percorrono la rete di viabilità interna dell'isola, compresa l'autostrada Palermo-Catania.
Proprio lungo la A 19 si lavora ancora per ripristinare il traffico sul viadotto Himera, dopo il cedimento di alcuni piloni, lo scorso mese di aprile.
I lavori di ricostruzione dell'opera stanno procedendo abbastanza velocemente; fatto insolito nell'esecuzione delle opere pubbliche siciliane.




Tuttavia, non si può non notare come il cantiere di lavoro stia devastando lo storico ponte di Scillato, un magnifico manufatto in pietra costruito fra il 1927 ed il 1928 ( come indicato da un tondo in marmo bianco ancora presente in situ con l'indicazione "A VI" del calendario fascista ).
Su quel ponte, già danneggiato in passato dalle frane, si sta ora abbattendo l'azione distruttrice del passaggio dei mezzi meccanici, nel totale disinteresse dell'opera architettonica e del suo rapporto storico con il circuito della Targa Florio.




Quel tratto rettilineo preceduto da una curva che svoltava a sinistra è stato uno dei punti più spettacolari della corsa, tanto da essere stato il set di migliaia di fotografi e cineoperatori che hanno tramandato le immagini di una Targa esistente solo nella memoria degli appassionati ( il filmato del 1964 riproposto da ReportageSicilia è tratto da YouTube ed è stato postato dalla sigla "TheMaur132" ). 
Tutto ciò sta avvenendo in coincidenza con il centenario della gara madonita - oggetto di celebrazioni e rievocazioni ancora non del tutto palesate - e con un consolidato degrado di molti altri tratti del vecchio circuito stradale.
Nella confusa frenesia delle celebrazioni, frane, smottamenti e cedimenti delle carreggiate stanno intanto lentamente cancellando il percorso e il ricordo stesso della Targa Florio.




In questo contesto, la distruzione del ponte di Scillato è tanto più inaccettabile perché sembra essere la conseguenza di un disprezzo da parte di chi è ( giustamente ) impegnato nel ripristino della viabilità lungo l'autostrada Palermo-Catania.
Era proprio impossibile conciliare l'attività del cantiere con la salvaguardia del ponte?
Era proprio necessario abbattere parte delle sue strutture per agevolare il transito di betoniere e ruspe? 
In attesa di una qualche risposta, non rimane che riscoprire le parole scritte da Raffaele Perrone nell'aprile del 1908, due anni dopo cioè la prima edizione della Targa Florio.
Il testo venne pubblicato il 18 maggio con il titolo "Il valore morale della Targa Florio" dalla rivista "La Sicilia rapidissima", supplemento della "Sicile Illustrée".




Alla luce dell'incuria distruttrice riversata sul ponte di Scillato, l'articolo di Raffaele Perrone fa riflettere sull'attuale senso civico - e quindi di una certa morale e di un certo sano orgoglio - di molti siciliani:
  


"Ho nominato solo la Targa Florio perché essa è ormai diventata sinonimo di avvenimenti automobilistici siciliani.
Essi avvenimenti di anno in anno aumentano di numero e di importanza, arrecando quelle variazioni di programma che il progresso dell'automobile richiede.
Se la Targa Florio si fosse fermata ai soli successi, diciamo così, dell'ora, ai soli successi sportivi ( e quali e quanti! ) noi dovremmo già esserne soddisfattissimi perché un risveglio sano e fecondo essi l'hanno concesso alla Sicilia e, starei per dire senza tema di errare, al Mezzogiorno intero, ma la Targa Florio ha un significato ben maggiore di quello enunciato; essa ci dice che nelle opere buone, efficaci, ed è qui il caso di denominare così quest'opera, bisogna insistere, continuare, perseverare perché il successo possa servire all'avvenire radioso, al raggiungimento di uno scopo prefissosi.
Non è la giornata di corse, non è la trepidazione degli animi nell'attesa, non è la folla plaudente, inneggiante con le diverse entusiastiche manifestazioni al trionfatore uomo ed alla trionfatrice macchina, simbolo dell'ingegno, del lavoro e della persistenza dell'uomo, ma è nella ripercussione sui fatti stabili della vita che noi dobbiamo cercare, e ci è facile trovare, il significato morale di simili manifestazioni.
La Targa Florio è ormai un avvenimento internazionale.






Ogni fine d'anno noi la troviamo annunziata; la scena è la stessa, il programma ha poche varianti, e lo scopo per la quale è stata creata non è mai perduta di vista dagli organizzatori.
Non affannose, e spesso troppo meschinamente sottoposte a calcoli di mercantucoli le ricerche del circuito.
Esso è già pronto, arduo, pittoresco e noto ai corridori ed alle case.
E in ciò una delle principali ragioni del successo continuo.
La Sicilia, diventata luogo di ritrovo, guadagna dalla visita dei non siciliani e dalla propaganda che ad essa si concede di questo moderno mezzo di trasporto.
Ecco come si completa un'opera grande, ottenendo di far conoscere agli automobilisti una delle più belle plaghe d'italia, ed alla Sicilia una delle più belle applicazioni moderne della meccanica.
Su questo fatto, altamente morale, io richiamo l'attenzione di chi mi legge, poiché oggi non è più il solito divertimento sportivo, non è il giuoco sfrenato che ci chiama a queste interessanti riunioni, ma è la volontà di noi di constatare come si progredisca sempre nel lavoro e nei mezzi di trasporto e di locomozione. 


Un passaggio di Tazio Nuvolari
sul ponte di Scillato
nell'edizione della Targa Florio del 1932.
L'immagine non ha attribuzioni


Leggendo la famosa relazione che il governo ha creduto reclamare da uno dei suoi funzionari sullo stato dell'automobilismo noi troviamo che 'le corse hanno influito molto nel far conoscere e nel far progredire l'automobile', ma se ciò è vero ed è noto 'lippis ed tonsoribus', non è altrettanto vero che 'esse non abbiano più altro compito, e che di esse si debba ora fare a meno', n; le corse automobilistiche, con dati programmi ( e quello della Targa è tra gli ottimi ) non sono che prove touristiche o meglio prove nelle quali il tecnico si assicura dei progressi della macchina, progressi che sono designati dalla velocità e dalla regolarità di essa.
Ma l'argomento mi trae troppo in lungo, i lettori sanno ormai, più di me che scrivo, come le vecchie questioni tra concorsi e corse di automobili abbiano fatto il loro tempo, avendo i programmi moderni riuniti i due termini, associandoli ad un solo scopo, quello di prove che dieno vero e sicuro affidamento; non mi resta altro che a riconfermare quanto in principio dissi e cioè che la continuità dei successi delle manifestazioni siciliane ci dimostra come con serie ed avvedute organizzazioni si possano raggiungere scopi altamente benefici per la prosperità dei popoli, e questo, a me pare, dovrebbe essere il fine unico di ogni nostro lavoro, di ogni nostra impresa.
Vada quindi la lode a chi tale impresa e tale lavoro compie, al benemerito Cavaliere Florio ed ai suoi amici e collaboratori"



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