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giovedì 24 settembre 2015

UN INCONTRO FRA EUGENE IONESCO E IL TEATRO DEI PUPI

Nel 1972 il "padre" del teatro dell'assurdo incontrò a Taormina i protagonisti delle storiche rappresentazioni cavalleresche dell'isola.
Le immagini del commediografo franco-romeno sono  tratte dalla rivista "Il Dramma" dell'epoca
 
Eugène Ionesco ed i pupi
della collezione dell'antiquario taorminese Carlo Panarello.
Il commediografo visitò Taormina nel 1972,
quando venne prescelto come presidente onorario
del Premio Internazionale di Poesia Etna-Taormina.
Le fotografie del post sono tratte dalla rivista mensile "Il Dramma"
pubblicata nell'aprile di quell'anno
 
Nella primavera del 1972 il commediografo francese di origini romene Eugène Ionesco rivestì il ruolo di presidente d'onore del Premio Internazionale di Poesia Etna-Taormina, organizzato dall'Ente Provinciale per il Turismo di Catania col patrocinio dell'Assessorato Regionale al Turismo.
Il suo rapporto con l'isola, fino ad allora, era stato di natura soprattutto letterario.
Nel 1961, rispondendo ad un giornalista, Ionesco aveva infatti indicato le sue fonti di ispirazione in "Kafka, in Jarry, nella pittura di Picasso, Braque e Marquet, il cinema dei fratelli Marx e, per l'opera 'Le vittime del dovere', in Pirandello". 
 
Ionesco in posa nel teatro greco-romano di Taormina
 
Per la cronaca, l'affollata giuria del Premio di quel 1972 - composta da Piero Chiara, Giacinto Spagnoletti, Ruggero Jacobbi, Enrico Falqui, Giancarlo Vigorelli, Filippo Jelo, Lino Curci, Leone Piccioni, Geno Pampaloni, Gregor Von Rezzori, Alexandru Balaci, Elio Filippo Accrocca ed Angelo Maria Ripellino - proclamò vincitori Attilio Bertolucci ( per l'opera "Viaggio d'inverno" ), Murilo Mendes ( per l'opera complessiva )  e Mladen Machiedo ( per il saggio "Nuovi poeti italiani" ).
La presenza prestigiosa di Ionesco a Taormina venne documentata nell'aprile dello stesso anno dalla rivista mensile "Il Dramma", grazie alla pubblicazione delle fotografie ora riproposte da ReportageSicilia.
 
In posa sullo sfondo della cittadina messinese
 
Una sola didascalia forniva poche indicazioni su quel breve viaggio siciliano dell'autore della "Cantatrice calva" e de "Il rinoceronte":
 
"Durante il soggiorno siciliano, Eugène Ionesco ha avuto numerosi contatti culturali e ha visitato Catania, Taormina, i luoghi verghiani"
 
In una di quelle immagini taorminesi, Eugène Ionesco armeggia con un paladino dell'opera dei pupi della galleria dell'antiquario Carlo Panarello, figlio di un vecchio "puparo" messinese.
Il commediografo  - cui un critico inglese aveva anni prima affibbiato l'etichetta di fondatore del "teatro dell'assurdo" ( qualifica rigettata dallo stesso Ionesco, secondo cui quella definizione fu inventata "per fare fortuna" ) - sembra giocare con uno di quei pupi, personaggio non più vivente di un teatro popolare ormai diventato oggetto da museo.
Quel mondo siciliano ispirato all'ambiente cavalleresco - ricco di leggende e sentimento religioso - era certo molto lontano dal teatro di Ionesco.
 
Ionesco sulla scogliera di Aci Trezza,
luogo simbolo della letteratura verghiana
 
Le radici profonde di quella ormai storica forma di rappresentazione drammatica sembrano però non essere diverse da quelle che formarono l'ispirazione del commediografo franco-romeno.
Anni prima dell'incontro con i pupi taorminesi, Ionesco aveva risposto ad una domanda sulla fonte della sua scrittura.
Sono parole che fanno pensare al ventaglio di pulsioni di Orlando, Rinaldo, Agramante e degli altri personaggi del teatro isolano:   
 
"Ciò che mi ispira sono le posizioni ed i sentimenti più contraddittori come l'amore, la paura, l'angoscia, il desiderio di onnipotenza..."
 
     

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