Translate

lunedì 1 giugno 2015

LA FUGACE STAGIONE DEI VOLI TRANSOCEANICI AD AUGUSTA

Nella Sicilia del secondo dopoguerra, gli idrovolanti dell'inglese BOAC utilizzarono il mare siracusano come tappa delle rotte verso l'Australia: un'attività interrotta da una burrascosa lotta sindacale dei dipendenti augustanesi 


Un idrovolante della società inglese BOAC
atterra sullo specchio d'acqua della rada di Augusta.
Siamo negli anni successivi al secondo dopoguerra,
quando la Sicilia fu al centro delle rotte transoceaniche
dall'Inghilterra all'Australia.
Lo scalo di Augusta fu in funzione sino al 1950,
quando gli inglesi, dopo una serie di scioperi e occupazioni degli impianti,
decisero di abbandonare l'idroscalo siciliano.
le fotografie del post sono tratte
da "Mediterranea - Almanacco di Sicilia 1949", opera citata

Le fotografie del post ricordano i cinque anni in cui lo specchio di mare di Augusta - fra il 1945 ed il 1950 - fu la pista di decollo e di atterraggio degli idrovolanti inglesi della British Overseas Airwais Corporation ( BOAC ). 
L'idroscalo siracusano fu allora al centro delle rotte intercontinentali che partendo da Southampton - in Inghilterra - assicuravano il trasporto di passeggeri e merci verso l'Australia, il Sudafrica ed il Giappone.

"L'idroscalo di Augusta - scriveva Oreste Incoronato in "Mediterranea - Almanacco di Sicilia 1949", edito a Palermo dalle Industrie Riunite Editoriali Siciliane - costituisce un tipico esempio di aeroporto internazionale e la prova della convenienza che possono trovare le società estere esercenti linee aeree internazionali.
Questo idroscalo è stato dotato, da appena un anno, di quanto occorre per dare ricetto decoroso e confortevole a viaggiatori esigenti, costretti a sostare poche o molte ore, o addirittura a pernottare, a seconda dell'itinerario e della tabella di marcia degli apparecchi.
Sono sorti, in tal modo, dormitori, cinema, sale da pranzo e da lettura per centinaia di persone, magazzini per il deposito di merci estere e nazionali ( pezzi di ricambio, generi alimentari, carburanti, ecc. ) officine per montaggio e riparazione, ecc.



Si tratta di un complesso organico di impianti che sia per l'assistenza tecnica ai velivoli, sia per l'ospitalità ai viaggiatori, risponde pienamente allo scopo e rende la sosta ad Augusta gradita e ristoratrice.
L'idroscalo per ora è gestito da una Società aerea inglese ( BOAC ) i cui grossi idrovolanti quadrimotori sono adibiti alla linea Southampton-Sidney col seguente itinerario:
Southampton-Marignane-Augusta-Cairo-Basrah-Bahrein-Karaci-Calcutta-Bang Kong-Singapore-Sourabaya-Darwin-Bowen-Sidney.
Detta linea ha, inoltre, le seguenti diramazioni:
dal Cairo per il Sud Africa ( Cairo-Khartoum-Portbell-Victoria Falls-Johannesburg )
da Singapore per il Giappone ( Singapore-Hong Kong-Iwakuni )
Il traffico verificatosi attraverso l'idroscalo di Augusta nel periodo che va dal 1 luglio 1947 al 30 giugno 1948 è veramente importante e tende ad aumentare ancora.
In detti 12 mesi gli aerei arrivati furono 876 e quelli partiti 875 e trasportarono kg. 41.517 di merce e 19.512 viaggiatori, di cui 19.072 in transito, 200 arrivati e 240 partiti.
L'istituzione di questo idroscalo ha portato un vero sollievo per l'economia di Augusta, in quanto ha dato lavoro a circa 400 tra operai ed impiegati.
Per quanto il personale addetto consumi prevalentemente generi alimentari esteri, sui quali l'Ufficio doganale riscuote regolarmente i diritti di confine, purtuttavia una parte del fabbisogno viene acquistato nel mercato locale.
Le spese vengono coperte con lire ricavate da cessione alla banca di lire sterline.
Allo stesso modo viene pagato il personale italiano impiegato, per cui il beneficio che il paese ricava dall'istituzione di questo idroscalo intercontinentale si può riassumere in un ricavo di valuta estera e in un impiego di manodopera"





Malgrado le elogiative considerazioni dell'articolista, i rapporti fra la dirigenza della BOAC e gli impiegati di Augusta si fecero difficili, sfociando in un conflitto sindacale.
Alla base dei contrasti ci furono le rivendicazioni dei dipendenti sui salari e sui turni di lavoro; in città, si crearono fazioni contrapposte fra chi sosteneva la loro battaglia e chi invece - ricordando i tempi grami dell'immediato dopoguerra - parteggiava per gli inglesi, riconoscendogli il merito di avere garantito il sostentamento economico di centinaia di famiglie. 
I dipendenti augustanesi della BOAC iniziarono dapprima a scioperare. La questione cominciò allora a mettere sotto pressione il governo nazionale, preoccupato da una vertenza che stava danneggiando gli interessi di una società legata ad un Paese secondo alleato di punta del Patto Atlantico.  
Così, nel novembre del 1949, l'occupazione di alcune officine venne interrotta dall'intervento in forze di uomini e mezzi blindati della polizia; all'epoca - giova ricordarlo - il ministro dell'Interno era il siciliano Mario Scelba.
Con pragmatismo tutto anglosassone, fu la stessa BOAC a risolvere la questione: pochi mesi dopo la fine delle proteste, l'idroscalo di Augusta venne abbandonato e la Sicilia non fece più da sponda alle lunghissime rotte transoceaniche.

fonti on line
http://www.augusta-framacamo.net/inserti-framacamo/insert39.asp 

Nessun commento:

Posta un commento