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giovedì 19 febbraio 2015

VECCHI E NUOVI AFFANNI AGRICOLI SICILIANI

Le immutabili cronache della crisi dell'agricoltura nell'isola illustrate nel 1968 da un reportage della "Domenica del Corriere"


Raccolta di carote in una campagna siciliana
alla fine degli anni Sessanta.
Le immagini del post sono tratte da un dossier
sullo stato dell'agricoltura isolana pubblicato
nel maggio del 1968 dal settimanale
"Domenica del Corriere"

"Il settore agricolo siciliano, come quello industriale, presenta scompensi e fratture profondi: tra zone costiere, zone collinose e montane, tra aree coltivate a grano ( un terzo della superfice agraria e metà della Sicilia occidentale) ed aree coltivate ad agrumi, ortofrutticoli e vite, tra zona e zona negli stessi territori favoriti dalle risorse idriche.
Così, persino nella 'terra benedetta' del siracusano, c'è una località detta delle 'Tre sementi' perché un chicco di grano seminato ne frutta tre o quattro al massimo.
Il territorio agricolo suscettibile di radicali trasformazioni copre, secondo i progetti riferiti al 1970, un'estensione di 400.000 ettari.



Entro il 1975, inoltre, dovrebbero essere acquisiti alle colture orticole altri 48.000 ettari mentre la superficie destinata a grano dovrebbe ridursi di 150.000 ettari.
Tenendo conto di questo processo di trasformazione, necessariamente laborioso, e di un ulteriore esodo dai campi di 80.000 contadini e braccianti, è previsto per il 1970 un aumento del reddito per addetto in agricoltura da 770.000 a 1.069.000 lire.
Per raggiungere questo risultato, sarà necessario rivedere al più presto sistemi antiquati di coltivazione ed eliminare ritardi nell'adattamento di alcune produzioni pregiate alle esigenze del mercato.
Nel settore delle arance, che attraversa un periodo di crisi dovuto alla sovrapproduzione e alla mancata esportazione per la concorrenza di altri Paesi del bacino mediterraneo, si sta procedendo appunto in questa direzione..."

Questo rapporto sullo stato dell'agricoltura in Sicilia venne pubblicato il 4 giugno del 1968 dal settimanale "Domenica del Corriere", all'interno di un dossier dedicato alla situazione economica e sociale dell'isola.



L'analisi, vecchia oggi quasi di mezzo secolo, pur offrendo dati diversi da quelli odierni, nella sostanza non muta un giudizio di precarietà dello stato delle attività agricole siciliane.  
Secondo dati della Confagricoltura, fra il 2009 ed il 2013 il numero delle aziende del settore è sceso da 97.000 a 83.000; rispetto al 2013, lo scorso anno si è registrato un calo della produzione lorda di olio, vino, agrumi e miele, complice anche il blocco commerciale verso la Russia.


Serre per la produzione agricola nel ragusano

All'epoca delle fotografie pubblicate dalla "Domenica del Corriere" e ora riproposte da ReportageSicilia, le speranze per il futuro dell'agricoltura dell'isola venivano rilanciate da queste aspettative:


"A dare impulso alla razionalizzazione dell'agricoltura dovrebbero concorrere la creazione di organizzazioni ( in cooperative e società ) dei coltivatori e l'irrigazione di nuovi terreni..."


Parole, programmi e buone intenzioni si succedono insomma da anni: un nulla in attesa del ( quasi ) niente, secondo un copione conosciuto di molte vicende siciliane.





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