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venerdì 11 luglio 2014

LE AMATE SCOGLIERE LAVICHE DI ERCOLE PATTI

Una fotografia di Pedone illustra il mare di Pozzillo descritto nelle pagine dello scrittore catanese


"Questa piccola baia è sempre silenziosa; nelle giornate di calma il mare vi si stende liscio e trasparente e fa un leggerissimo rumore che è come un respiro calmo fra gli scogli.
Se il mare è poco mosso o il passaggio di un motoscafo manda fin qui quattro o cinque onde lunghe, allora si sente come un delicato fragore e un poco di spuma nasce fra uno scoglio e l'altro.
Ma è questione di attimi, subito dopo torna la calma e si rivedono i pesciolini correre fra una macchia e l'altra di alghe".
Era l'agosto del 1969 quando lo scrittore catanese Ercole Patti descrisse così in "Diario Siciliano" ( Bompiani ) un angolo delle "nere scogliere di Pozzillo", nate sulla costa dello Ionio dalla lava incandescente precipitata in mare secoli fa.
La descrizione di Patti - che a Pozzillo aveva casa, ritornandovi spesso dalla sua residenza romana ( "la mia vecchia casa si trova in mezzo a un giardino di limoni, a mezza strada tra Catania e Taormina" ) - sembra trovare un preciso rimando documentario nella fotografia riproposta da ReportageSicilia.
L'immagine di un piccolo golfo catanese di pietra lavica su un mare simile a vetro trasparente venne scattata dal fotografo Pedone.
Il suo scatto venne pubblicato nel 1965 nell'opera "Sicilia" per la collana "Italgeo", edita da Bonetti editore Milano.  

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