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martedì 8 ottobre 2013

I VOLTI DELLA SUPERSTIZIONE SICILIANA DI ANDRE' MARTIN

La "trezza di donna" contro il malocchio di un uomo
della provincia agrigentina.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia
in questo post furono scattate
fra Cammarata e Palma di Montechiaro
da André Martin e pubblicate
nel saggio di Danilo Dolci "Spreco",
edito da Einaudi nel 1960

Soltanto negli ultimi anni sembra essere diminuito l'interesse di studiosi e di documentaristi nei confronti del tema della medicina popolare e della magia in Sicilia.
Le occasioni per uno studio diretto di questi argomenti, del resto, sono quasi del tutto scomparse; nell'era di internet, le pratiche mediche popolari si nutrono più delle informazioni dei motori di ricerca che di vecchie credenze tramandate in famiglia o dell'apporto di maghi e fattucchiere.

Una guaritrice all'opera con un'immagine sacra in mano

Fra i tanti studiosi della materia, Giuseppe Pitré rimane ancora oggi il capofila di una ricerca che in passato ha interessato ricercatori italiani e stranieri.
Fra questi ultimi, ricordiamo ad esempio la scrittrice e giornalista americana Eliza Putnam Heaton, che nel 1920 - dopo un soggiorno nell'isola - diede alle stampe a New York per l'editore E.P.Dutton and Company l'opera "By-paths in Sicily".
La curiosità per il contenuto di quel saggio - nel quale l'autrice descriveva le figure di misteriose guaritrici che si cibano di grilli e di veggenti cui le donne chiedono notizie sui mariti emigrati in America - è alimentata anche dall'assenza di una sua edizione in lingua italiana.



Una donna parla di magia


Altri reportage con rilevanti contributi relativi ai temi della medicina popolare e della magia - come quelli del sociologo Danilo Dolci - sono invece di più facile reperibilità.
Le fotografie riproposte da ReportageSicilia sono appunto tratte dal saggio "Spreco - Documenti e inchieste su alcuni aspetti dello spreco nella Sicilia occidentale" edito da Einaudi nel 1960.
Le immagini - firmate dal fotografo francese André Martin, cultore di temi etno-antropologici - accompagnarono la raccolta di testimonianze e racconti compiuta da Danilo Dolci nelle campagne fra Cammarata e Palma di Montechiaro.
Le pagine di "Spreco" così ci tramandano oggi un mondo scomparso di cacciatori siciliani di fantastici tesori, di fattucchiere e di guaritrici.
"Anche gli anziani lo sanno che la Sicilia è ricca, che cammina in capo al tesoro. C'è tanta gente - racconta uno dei trovatori avvicinati da Dolci -  che va a provare, da Siracusa fino a Selinunte, ma gli spiriti non li fanno entrare. Si cerca la persona, vergine di addormentarsi, una donna per esempio, forse si trovasse l'entrata. Io queste cose le ho sapute dalle persone addormentate che me lo dicono".
"L'orina - raccontava invece una guaritrice - è un medicinale potente per le ferite, con la spoglia dei serpenti e dei scorsoni neri o bianchi e polvere di streptosil: per una tagliata, una pietrata. Troviamo la spoglia dei serpenti nei cespugli, si spogliano dalla testa ai piedi, si conserva e quando uno ne ha bisogno, la piglia.
Con pelo del cane che ha morsicato, si cura la ferita del morso di cane. Con l'olio delle macchine si cura pure, ma il pelo è meglio. Si tira via il pelo sotto la coscia, vicino la calura, e la ferita non va avanti. Ci si mette il pelo sotto la ferita, del cane stesso che l'ha morsicato...".


Preghiere e voti in una casa contadina

"Medicinali non ne piglio. Dio - ragionava invece un contadino - guarisce senza medicine. Le frane ci sono state sempre ma siccome siamo arrivati a una sfatta di mondo, sono grandi fenomeni mandati da Dio che la terra stessa non può stare ferma. L'umanità siamo lontani da Dio. E Dio manda allora i castighi. Tutta la terra è tutta in movimento. Le chiamano frane ma questa è terra in moto, da tutte le parti si trovano terre in movimento...".
Di questo mondo siciliano di arcana miseria, le fotografie di André Martin colgono la teatralità dei gesti e delle espressioni, secondo una ritualità insita spesso nelle pratiche di superstizione popolare.

  
      

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