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mercoledì 3 luglio 2013

PHIL STERN, GLI SCATTI DELLO SBARCO ALLEATO

I Rangers del generale Derby si preparano allo sbarco in Sicilia,
nel luglio del 1943.
Gli scatti di questo post portano la firma di Phil Stern,
fotografo che seguì l'invasione alleata nell'isola
su incarico dell'esercito americano.
A settant'anni da quei giorni di guerra,
Acireale ospita nel periodo fra l'11 luglio ed il prossimo 8 settembre una mostra con altrettante immagini di quello storico evento.
ReportageSicilia pubblica una selezione delle fotografie,
ringraziando Simone Raddi dello Studio Esseci di Padova
per la gentile collaborazione  

L’autore di queste eccezionali fotografie tornerà in Sicilia nei prossimi giorni, a distanza di 70 anni da quando lasciò l’isola con le schegge di pezzi d’artiglieria tedesca in corpo.
Phil Stern ha oggi quasi 94 anni, molti acciacchi di salute ma possiede ancora una memoria lucidissima nel ricordare quelle storiche settimane in cui documentò lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia.

"Spiaggia di Licata"

“Il mondo è uguale per tutti – ha spiegato recentemente al giornalista de ‘la Repubblica’ Vittorio Zucconi – come lo era il caos di quello sbarco, che divenne al solito un bordello di uomini, anfibi, paura, esplosioni, mezzi da sbarco, grida di portaferiti, come tutte le operazioni e tutte le disposizioni militari in guerra. Avrei dovuto sparare anch’io, prima di scattare, ma non mi importava niente”.

"Sbarco a Gela"

Il ritorno di Stern nell’isola è un tributo al suo straordinario lavoro documentario: settanta di quelle fotografie – manifesto storico e sociale sulla Sicilia e sui siciliani nei giorni dell’ennesima invasione subìta nei millenni dall’isola – saranno infatti presentate in sua presenza l’11 luglio presso la Galleria del Credito Siciliano di Acireale.

"Sbarco a Licata"

"Licata"

La mostra è denominata “Phil Stern. Sicily 1943” e si protrarrà sino all’8 settembre ( scelta temporale con un non casuale riferimento alle date del 1943 ). 
La rassegna – che comprende altre iniziative espositive legate allo sbarco alleato -  è stata curata da Enzo Costanzo con Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra ed è stata prodotta dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese; una sua riproposizione è in programma a Milano, il prossimo mese di novembre. 

"Contadini"

"Contadino offre pane e vino"

Phil Stern, nativo di New York ed oggi residente a Los Angeles, è stato uno dei molti fotografi di guerra assoldati dall’esercito americano nei diversi fronti del secondo conflitto mondiale per documentare l’avanzata delle truppe in Europa e la sconfitta nazi-fascista: una svolta degli eventi bellici iniziata proprio dalle coste sud orientali della Sicilia, prima dell’altro storico sbarco in Normandia.

"Comiso"

"Palermo"

La notte del 10 luglio 1943, la sorte volle che fra le truppe da sbarco a Gela vi fosse Stern , con i gradi di ufficiale del Genio Trasmissioni americano e con due affidabili ( e tedesche ) macchine fotografiche, una Contax ed una Rolleiflex.
Il giovane fotoreporter seguì l’avanzata alleata da Gela verso Comiso e da qui a Catania. Qui le sue macchine fotografiche smisero di scattare centinaia di immagini dell’isola nel confuso clima della rotta tedesca e della resa italiana: ferito alle gambe, Stern sarebbe stato imbarcato su una nave ospedale e rimpatriato negli Stati Uniti. 

"Sicilia"

In seguito, Phil Stern sarebbe diventato un affermato “paparazzo” dei divi di Hollywood, conservando questo ricordo dei siciliani: “Avevamo pochi rapporti diretti con la gente – ha spiegato ancora a Zucconi - ma quei pochi erano cordiali, anche festosi, quando si convincevano che noi americani eravamo arrivati per restare e che non ci saremmo ritirati”.
L'offensiva del luglio 1943 ebbe dimensioni e numeri eccezionali. La flotta diretta in Sicilia disponeva di 3.266 navi da guerra e da trasporto americane, inglesi, canadesi, indiane, olandesi, greche e polacche.

"Rangers Usa"

Nel solo primo giorno di operazioni, presero terra 160.000 uomini, 14.000 veicoli, 600 carri armati e 1.800 cannoni.
Gli scatti di Stern lasciano tuttavia in secondo piano le fasi cruente proprie di ogni azione di guerra e sembrano esplorare l’umanità precaria della vita nelle retrovie. 
Il suo sbarco in Sicilia mette così in luce quel contesto di fatiche e di stenti che unisce le vite dei soldati a quelle della popolazione inerme dinanzi l’arrivo di un nuovo esercito, sia pure composto da tanti figli o nipoti di siciliani emigrati in America.

"Phil Stern in Sicilia"

Occupanti ed occupati condividono una stessa condizione di necessità, nella quale è facile trovare dei momenti di condivisione di un secchio di acqua o di un pezzo di pane, frutto magari di un tentativo di ridurre le ragioni e le paure di una guerra alle esigenze elementari degli uomini, sia pure essi di diversa nazionalità.
In altre fotografie, Stern coglie gli aspetti grotteschi e beffardi che accompagnano gli eventi drammatici. 
E’ il caso dello scatto in cui alcuni soldati italiani si arrendono dinanzi ad un palazzo di Comiso con ancora leggibile l’esortazione fascista “vincere”: con le sue immagini dello sbarco in Sicilia, insomma, Phil Stern – citando un vecchio articolo del giornalista Pasquale Chessa –“riuscirà a rappresentare come una farsa la tragedia della sconfitta italiana”.

"Phil Stern a Palermo"




     

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