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sabato 19 gennaio 2013

IL QUIETO PATIO DI FORZA D’AGRO’



Un’anziana donna di Forza D’Agrò fotografata nella silenziosa quiete di un patio esterno ad un’abitazione del borgo messinese. 
L’immagine – al pari delle altre riproposte nel post da ReportageSicilia - è del fotografo serbo Josip Ciganovic ed è da datare ad un periodo anteriore al 1962, quando lo scatto venne pubblicato da Sansoni e dall’Istituto Geografico De Agostini nel I volume dell’opera “Sicilia” 

“Questa passeggiata, che si effettua facilmente in pullman od in macchina, affascinerà chi, deluso dall’aspetto un po’ troppo mondano ed artificioso di Taormina, cerca piuttosto una Sicilia autentica, vecchia maniera”. 
Così la Guida Routard dell’isola edita nel 2003 descrive efficacemente l’aspetto di Taormina, indirizzando i viaggiatori verso il paese di Forza d’Agrò. Il suggerimento coglie nel segno, riservando  la scoperta di un luogo che conserva un’identità non ancora stravolta da quella economia turistica che troppo spesso finisce con il deformare ogni aspetto dei luoghi e dello spirito dei suoi residenti, in funzione, appunto, “turistica”: una degenerazione culturale che ha coinvolto, oltre a Taormina, località come Cefalù ed in maniera più ridotta, Erice.


L’obiettivo di Ciganovic fissa un quadro di vita quotidiana 
in un angolo del borgo dei monti Peloritani. 
L’evento è incentrato sulla figura di una donna che conduce una capra, portando con sé un “panaro”; due bambini in compagnia di un uomo la osservano, aspettando forse le sue attenzioni materne. 
Alle spalle del gruppo, un’anziana intanto assiste alla scena, partecipandovi forse nel ruolo di parente degli altri soggetti dell’incontro in strada

Così, Forza d’Agrò – scrive ancora la Guida Routard - offre con semplicità al viaggiatore la visione e gli odori dei “piccoli vecchietti con i visi segnati dal sole ed i profumi di salsa di pomodoro provenienti dalle case” e diversi panorami dalle terrazze che punteggiano il piccolo borgo.


Questa seconda fotografia di Ciganovic – a colori – è stata probabilmente scattata nello stesso luogo della precedente, 
poco prima o poco dopo. 
Sembra ritrarre lo stesso uomo e gli stessi due bambini, nell’atto di salire la scalinata in pietra che conduce 
verso un gruppo di abitazioni. 
L’immagine è tratta dall’opera di Aldo Pecora ”Sicilia”, 
edita dall’UTET nel 1968   

Chi scoprì questo piccolo paese messinese ben prima della Routard fu uno dei fotoreporter che tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta girò in lungo ed il largo la Sicilia, lasciandoci preziose immagini di paesi e luoghi allora poco battuti nei tour dell’isola: il serbo Josip Ciganovic.
Gli scatti realizzati da Ciganovic a Forza D’Agrò presenti in questo post sono sicuramente anteriori al 1962, anno in cui furono pubblicati nel I volume dell’opera “Sicilia”, edita da Sansoni e dall’Istituto Geografico De Agostini di Novara ed in seguito da “Sicilia” di Aldo Pecora, edito da UTET nel 1968.


La pesante macina ed il rudimentale torchio – il “consu” – di un vecchio frantoio. 
Già tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi del successivo decennio dello scorso secolo, Forza D’Agrò subì gli effetti di un progressivo spopolamento verso i centri costieri della riviera jonica, con l’abbandono delle tradizionali forme di economia agricola

Proprio a partire dal 1962, Forza D’Agrò avrebbe iniziato a guadagnarsi una discreta fama internazionale grazie all’accoglienza offerta dai suoi scorci panoramici, dalle sue piazze e dai suoi vicoli a numerose produzioni di film. Quell’anno le sale cinematografiche proiettarono la commedia “Jessica” del regista romeno Jean Negulesco – interamente girato in paese – e da allora sarebbero state almeno una quindicina le troupe che avrebbero utilizzato Forza D’Agrò come set per le riprese. 
Fra i registi che girarono nel borgo figurò anche Francis Ford Coppola, per la triade de “Il Padrino”; il “folclore mafioso” alimentato in tutto il mondo da quella saga avrebbe fatto sì che, nella metà degli anni Ottanta, il paese fosse meta di comitive di turisti stranieri allestite da agenzie che offrivano improbabili escursioni nei luoghi della mafia. 


Una bambina fa capolino dall’Arco Durazzesco, dietro il quale si inquadra 
la chiesa della SS. Triade. 
Per architettura e per i ricorrenti scorci panoramici verso le campagne ed il mare dello Jonio, Forza D’Agrò fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta dello scorso secolo ha fatto da set cinematografico ad una quindicina di film, da “Jessica” di Jean Negulescu alla triade de “Il Padrino” di Francis Ford Coppola
  
All’epoca del suo reportage, Ciganovic trovò un paese ancora non frequentato da troupe e che – al pari di altri centri montani del messinese - stava subendo gli effetti dell’emigrazione ( il 26 per cento della popolazione, secondo lo studioso Aldo Pecora ) verso le zone costiere dello Jonio.
Proprio la prima fotografia riproposta da ReportageSicilia – una solitaria donna seduta sul patio esterno di un’abitazione, in una composizione che trasmette un’idea di immobile sospensione – sembra evocare quel senso di disagio rappresentato dallo spopolamento allora in corso.

L’obiettivo di Ciganovic fissa un altro scorcio dell’architettura religiosa di Forza D’Agro: la chiesa della SS. Annunziata. 
Oggi il borgo dei Peloritani raccoglie intorno al suo centro abitato un migliaio di residenti      


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