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martedì 20 marzo 2012

SIRACUSA, RICORDO DEI CORDARI

La fotografia di Ezio Quiresi, pubblicata sul volume 'Sicilia' edito dal TCI nel 1960, fissa la figura di uno degli ultimi giovani discendenti degli artigiani siracusani che lavoravano all'interno della Grotta dei Cordari.
La didascalia che accompagna lo scatto così descrive l'ambientazione dell'ambiente sotterraneo: "In questa dantesca cavità, da secoli due famiglie conservano il diritto di fabbricarvi, con l'antico metodo, le corde.
Il più giovane di questa schiatta, che girando la ruota canta canzoni le quali ripetute lentamente assumono il ritmo di antiche melopee, ed andando incontro ai visitatori, dona spesso loro un ramoscello di capelvenere, che cresce abbondante tra i muschi negli anfratti delle pareti".
Ci sono molti luoghi della Sicilia che raccontano storie e tradizioni testimoniate oggi semplicemente dalla loro denominazione.
E’ il caso della Grotta dei Cordari, a Siracusa: un luogo che evoca un’attività artigiana scomparsa da decenni, e non più materialmente accessibile dal novembre del 1984. Inquinamento atmosferico, infiltrazioni di acqua e le vibrazioni provocate dal traffico urbano costrinsero allora alla chiusura al pubblico dell’ambiente sotterraneo, ubicato nel complesso della latomia del Paradiso.

Una fotografia della Grotta siracusana di Josip Ciganovic risalente agli anni Cinquanta dello scorso secolo.
All'interno della cava di pietra tufacea di età greca le condizioni di umidità permettevano la lavorazione di corde di canapa,
 resistenti ed elastiche.
L'avvento del nylon fece tramontare l'attività artigiana; nel 1984, il degrado strutturale della Grotta determinò la sua chiusura al pubblico.
L’attività dei cordari all’interno della grotta – una cava di pietra tufacea di età greca - risale al secolo XVIII. A causa del grado di umidità presente nell’ambiente , la fabbricazione delle corde di canapa ne garantiva eccellenti doti di elasticità e resistenza: le funi si impregnavano e si asciugavano proprio grazie alle ottimali condizioni del clima sotterraneo.
Il desiderio di dedicare questo post alla Grotta dei Cordari è nato dalla lettura di una didascalia a commento di una fotografia di Ezio Quiresi pubblicata sul volume ‘Sicilia’ del Touring Club Italiano nel 1960.

Un cordaro al lavoro all'interno della Grotta siracusana.
L'arte della lavorazione della canapa viene attribuita al periodo in cui la città fu una delle principali colonie greche di Sicilia, grazie anche alla potenza della sua flotta navale.
Le imbarcazioni utilizzavano cime costruite appunto da abili cordari locali. 
Anche questo scatto riproposto da ReportageSicilia è opera di Ezio Quiresi
Quell’immagine oggi riproposta da ReportageSicilia mostra uno degli ultimi cordari siracusani, ancora in giovanissima età. L’estensore della didascalia – riportata nella fotografia d’apertura di questo post – descrive con toni pastorali pezzi di storia e di tradizioni della Grotta siracusana, i cui echi reali sono ormai persi da decenni.

Un'ultima fotografia della Grotta dei Cordari, pubblicata nel volume 'Sicilia' di Aldo Pecora, edita da UTET nel 1974.
L'obiettivo di Ciganovic coglie una visione d'insieme della cavità siracusana




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