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giovedì 3 aprile 2008

L'ABBANDONO DI PALAZZO LAMPEDUSA











Le bombe americane del 5 aprile 1943 fecero scempio dei saloni e degli arredi, trasformando il palazzo nella "scomparsa amata" descritta nei 'Ricordi d'infanzia' dal suo proprietario: Giuseppe Tomasi, principe di Lampedusa, l'autore de 'Il Gattopardo'. Le "ripugnanti rovine" di Palazzo Lampedusa sono ancora lì, in via Lampedusa, tra il retro della Prefettura - che fu la villa urbana dei Whitaker - e l'Oratorio di Santa Cita. Di quello che fu uno dei più grandi palazzi aristocratici palermitani, esteso oltre 1600 metri quadrati, non rimane nulla, se non uno sconfortante sfacelo.
E' la sorte comune a molti altri edifici storici del centro storico di Palermo, abbandonati all'incuria ed all'assenza di illuminati progetti di recupero, strutturale e della memoria. Già il 1 luglio 1998, Gianni Farinetti così descrisse sulle pagine de 'La Stampa' lo stato di Palazzo Lampedusa:
"Sul lato destro si leggono ancora vaghi architravi di finestre, la facciata è spartita dai due portoni e da piccoli ingressi secondari ora murati con grigi blocchi di cemento. Un alianthus cresce rigoglioso nelle inaccessibili macerie, la chioma sparge la sua modesta ombra sulla piccola via abbandonata. Non ci sono abitazioni in questo tratto, solo un cadente edificio moderno ed il finaco severo del palazzo dell'ex Monte dei Pegni con le sue inferriate carcerarie. Lampedusa ricorda che durante i bombardamenti queste si scagliarono contro il palazzo di fronte, penetrando nei saloni, con l'effetto che si può immaginare. Ma non si può immaginare, solo intuire, il dolore di Tommasi che, accorso dopo il bombardamento, riuscì soltanto a riempire una borsa di pochi effetti personali della moglie e si incamminò verso Bagheria. Raggiunse a piedi la casa del principe di Mirto a Santa Flavia e per tre giorni si rinchiuse in una stanza, rifiutandosi di parlare".
I ruderi di Palazzo Lampedusa, oggi, vivono una triste stagione di oblio. Negli anni passati è stato tentato un progetto di recupero privato, frutto di una lunga trattativa con gli attuali proprietari, residenti lontano dalla Sicilia; una squadra di operai ripulì l'area interna, ingombra di detriti e sirighe utilizzate dai tossicodipendenti della zona.
Oggi - a 50 anni dalla pubblicazione del 'Il Gattopardo', datata 11 novembre 1958 - 'l'amata scomparsa' di Giuseppe Tommasi continua la sua agonia; il cemento ha murato anche ciò che rimane del grande portone d'ingresso, al di sopra del quale resiste un raffinato fiore in ferro battuto: quasi un disperato omaggio al principe di Lampedusa ed alle sue disperanti pagine siciliane.
( foto REPORTAGESICILIA )




4 commenti:

  1. Che tristezza! :( Ciao...

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  2. Dopo 60 anni il palazzo del Gattopardo verrà restaurato
    Repubblica — 18 giugno 2010 pagina 1 sezione: PALERMO

    LA CASA del "Gattopardo", ovvero Palazzo Lampedusa, quella che lo scrittore amava «con assoluto abbandono», sarà restaurata da un gruppo di architetti. Distrutta dai bombardamenti del ' 43, la dimora alle spalle della Prefettura restò una sorta di ferita aperta nel cuore del principe. Dalle macerie riuscì a salvare solo qualche posata d' argento, un paio di tabacchiere e un' oliera col leone rampante...

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  3. Proseguono i lavori di "casa Lampedusa"... Il progetto prevede il recupero filologico per la realizzazione di un condominio di lusso.

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  4. HANNO INTENZIONE DI RICOSTRUIRLO IN STYLE CONTEMPORANEO NON ANTICHIZZATO PANNELLI SOLARI CEMENTO ARMATO ECC.

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